Barbara Bonciani

Portuali e marittime, perché no?

La disparità di genere nei porti italiani 

News & Interviste

chi sono

Barbara Bonciani

Sociologa, docente universitaria, ricercatrice, autrice e attivista che si batte per l’empowerment femminile e per una società più inclusiva.

Foto di Paolo Bonciani 2025

La mia formazione e il mio percorso

Sono nata in una città portuale, Livorno, fra gli archetipi e i “barchetipi” del mare e la forza del porto, con una spiccata inquietudine. Qualità, quest’ultima che penso caratterizzi molte delle persone che vivono in prossimità dei porti e del mare, dove la percezione dello spazio della linea di costa diviene coordinata concettuale e visiva che permea l’identità e i codici di comportamento del vivere quotidiano.

Dopo la laurea in Scienze politiche e il Dottorato di ricerca in Sociologia presso l’Università di Pisa ho deciso di emigrare all’estero, per seguire la mia passione per la ricerca socioeconomica. Ho vissuto a Lussemburgo, lavorando al Parlamento Europeo, con una borsa di studio Shuman e poi a Newcastle Upon Tyne, facendo ricerca presso l’omonima Università come vincitrice di una borsa di ricerca Marie Curie. Dopo l’esperienza all’estero ho deciso di tornare in Italia, dove ho continuato a far ricerca, ho iniziato ad insegnare Sociologia all’Università di Pisa e mi sono reinventata professionalmente, maturando una passione per la portualità e per la difficile relazione fra porti e città che mi ha portata a provare e vincere un concorso in Autorità portuale a Livorno, oggi Adsp MTS.

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pubblicazioni

I miei libri

Barbara Bonciani 

Portuali e marittime, perchè no?

La disparità di genere nei porti italiani

Franco Angeli, gennaio 2025

Gruiste, smarcartici, addette al rizzaggio e derizzaggio, direttrici di macchina, capitane: sono solo alcuni dei ruoli professionali che le donne ricoprono nell’industria portuale e marittima, ambiti storicamente maschili che da pochi anni stanno vivendo una trasformazione importante. Tuttavia, in Italia la strada per l’uguaglianza di genere è ancora lunga e poco è stato fatto per contrastare l’esclusione e la segregazione professionale delle donne in questi contesti. Il volume approfondisce le cause alla base della segregazione di genere nei due comparti e le conseguenze che ne derivano in termini di competitività e coesione sociale del Paese.

Testimonianze

Portuali e Marittime

Porto di Livorno

Francesca

“Sono stata mossa dalla passione che ho per le navi, io volevo fare quello … non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno a prescindere dal grado e ho dimostrato la mia professionalità sul campo. Ho sempre cercato di dare il meglio e lavorare correttamente; quindi, quando hanno visto i risultati si sono dovuti arrendere.”

marittima

Porto di Livorno

Lunia

“Ci siamo fatte conoscere negli anni e penso che abbiamo avuto anche un buon riscontro verso le altre aziende, anche se continuano ad assumere personale maschile.”

portuale

Porto di Livorno

Sabrina

“Pensando al portuale, la prima immagine che ti viene in mente è un uomo, però la realtà attuale dimostra altro. Con l’ingresso di altre donne, in porto, stiamo piano piano svolgendo tutte le mansioni nel lavoro portuale.”

portuale

Porto di Livorno

Tatiana

“Non pensavo di poter lavorare in porto perché sono cresciuta con l’idea che in porto potevano entrare solo i maschi.”

portuale

Porto di Livorno

Francesca

“Questo lavoro non è conosciuto tantissimo per cui io sento tanti babbi dire “non manderei mai mia figlia a lavorare in un porto”, ecco quando sento dire così penso che vabbè, una donna se va a lavorare in un porto non è differente sia culturalmente che anche mentalmente rispetto ad una donna che lavora in un ufficio o anche all’esterno del porto. Ci sono dei pro e dei contro nella scelta di questo tipo di lavoro e comunque penso che una donna in questo ambiente riesca a dare molto di più rispetto a quanto possa dare in altri lavori.”

portuale

Porto di Livorno

Luciana

“Il mio mestiere è nato prettamente maschile, solo negli ultimi anni le donne si sono proposte. Credo che dipenda tanto dalla società in cui viviamo, perché se la società è la prima a non far partecipare le donne pienamente alla vita economica, si dà per scontato che è tutto normale, e anche chi è a bordo tende a non ammettere le donne.”

marittima

Dove vivo e lavoro

Livorno, Italia

Email

ilportodelledonne@gmail.com

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